Mercoledì 21 ottobre, ore 16, evento di lancio dell’Osservatorio Mamme. Fuori, Milano era intasata di traffico e stava per scoppiare un grande temporale, dentro la sala Buzzati del Corriere era calda e accogliente, con un’atmosfera ovattata da convegno importante. Le 200 poltrone erano tutte occupate, gente attenta e molto professionale. Sul palco, su poltroncine stile Costanzo Show: Maria Latella, Direttore di “A”, moderava l’incontro, poi c’erano Paola Dubini, Vicedirettore del centro Ask Bocconi, Claudia de Lillo, giornalista e blogger, Cristina De Grandis, direttore “Donna & Mamma”, Cecilia Spanu, Partner di FattoreMamma.
Vi racconto nel dettaglio l’intervento che secondo me ha offerto gli punti di riflessione piu’ importanti, quello di Claudia de Lillo e poi faccio una carrellata sugli altri.
Claudia – aka elastigirl – è autrice del blog nonsolomamma scritto tutto minuscolo e dell’omonimo libro, quello con in copertina l’immagine di una mamma tipo dea Kalì: mi ha sempre colpito la somiglianza fra la mamma-Kalì di Nonsolomamma e l’altra mamma-Kalì in copertina del libro della Roscio Mamme Acrobate….anche Claudia si considera una mamma acrobata, fra poco sarà mamma di 3 (l’ultimo è nella pancia abitata, come scrive lei), da 3 anni ha aperto il suo blog, che ha raggiunto i 3 milioni di visite dalla sua apertura.
Ha raccontato che cosa ha imparato in questi anni dalla sua esperienza personale di mamma blogger e conoscendo tante altre mamme come lei, “perché un blog letto e frequentato è una sorta di comunità”.
Primo, che le mamme aprono un blog o commentano/leggono blog di altri per un bisogno di sentire vicino a sé qualcun altro con cui condividere i momenti belli e brutti che stanno vivendo: la rete poi offre tempi soggettivi, una come lei che soffre di insonnia, dalle 4 alle 5 del mattino può benissimo mettersi a scrivere e qualcun altro, in un altro momento della giornata, le risponderà e le farà sentire la sua vicinanza.
Secondo, che le mamme aprono un blog o commentano/leggono blog di altri per un bisogno di esprimere quello che pensano e per un bisogno di interattività.
Claudia ha detto anche come giudica in questo momento, in Italia, l’atteggiamento delle aziende rispetto a questa cosa-non-molto-ben-identificata che è il mommyblogging.
C’è l’approccio tradizionale, da ufficio PR di grande azienda, che dall’alto al basso dispensa comunicati stampa con la certezza che tu blogger non vedi l’ora di pubblicarne il contenuto. Questo approccio non va.
Poi c’è l’approccio subliminale, che chiede alla mamma blogger di parlare dei suoi prodotti en passant, senza esplicitare più di tanto. Ma questo approccio è pericoloso, sia per l’azienda, che per la mamma stessa, “perché una mamma alpha che viene usata, perde di credibilità”.
Concludendo, le aziende dovrebbero scendere (o salire) di piano per comunicare con le mamme a pari livello, non sottovalutando l’intelligenza delle mamme, in particolare di quelle della rete, che sempre più stanno divenendo critiche e smaliziate nei confronti dell’informazione e della pubblicità.
Sebbene l’intervento di Claudia sia quello che più ho apprezzato, non sono d’accordo su tutto quel che ha detto.
Per esempio, la sua scelta di non mettere pubblicità sul blog è secondo me una scelta soggettiva: ci sono altre mamme, che non hanno mantenuto il proprio lavoro (spesso causa maternità) e vivono il blog o il sito come strumento per iniziare a sbarcare il lunario familiare, offrendo servizi di qualità e ospitando anche pubblicità o review di prodotti.
Oppure la sua apparente idiosincrasia per i marchi, che la porta a pentirsi (quasi) per non aver censurato sul blog la marca delle seggioline dell’Ikea Mammut, è lontanissima dalla mia sensibilità. Le marche fanno parte della vita. Perche censurarle?
Ma dell’intervento di Claudia ho apprezzato la sincerità e penso che possa avere dato spunti interessanti e rilevanti per il pubblico presente, per lo più composto da uomini e donne d’azienda.
Paola Dubini ha presentato l’Osservatorio Mamme, spiegando perché è stato creato un osservatorio e non una semplice ricerca, perché l’osservatorio si concentrerà proprio sui processi decisionali d’acquisto, perché è nata una collaborazione su questo progetto fra Sfera Editore e il centro di ricerca ASK ed infine perché le mamme dovrebbero rispondere ad un questionario faticoso visto che hanno già poco tempo a disposizione.
Cristina De Grandis, da tanti anni alla direzione delle riviste Sfera Editore, attraverso la lettura di due fatti che accadono in redazione, ha decodificato due trend del mondo delle mamme.Da sempre le mamme hanno un grande desiderio di comunicare, l’arrivo di internet ha reso questo ancora più evidente: la mole del carrello della posta cartacea alla redazione non è mai diminuita e in parallelo arrivano in redazione anche centinaia di e-mail.
Negli ultimi mesi-anni le lettrici della sua rivista hanno testimoniato un desiderio nuovo di essere protagoniste: non arrivano più le foto dei primi piani dei bambini, ma foto di mamma e bimbo sorridenti e abbracciati.
Del mio intervento non vi racconto nulla, trovate all’inizio tutte le chart presentate.
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