In America le chiamano Alpha Moms, hanno un buon livello di istruzione e un reddito medio-alto, prevalentemente lavorano e sono tech-savvy, cioè abili con le nuove tecnologie e connesse (in media passano online un’ora e mezza della loro giornata, secondo una stima fatta da Comscore Networks).

In Inghilterra il Times online ha dedicato loro il suo blog Alpha Mummy, “…il blog per le mamme che lavorano, lavoravano o stanno pensando di tornare al lavoro (come se allevare un figlio non fosse lavoro)”.

Per le Alpha Moms i figli sono una cosa seria: sia che lavorino o no, quando indossano il cappello di “mamma”, vogliono dare il meglio di sé ed essere sempre all’avanguardia. Sono assetate di informazioni sul loro essere mamme, sulle attività dei figli, sulle scuole e vengono riconosciute come “maven”, cioè esperte su una serie di tematiche: per questo tendenzialmente influenzano le scelte d’acquisto non solo delle loro amiche strette, ma di un più ampio network con il quale sono in contatto. 

Per le aziende americane, le Alpha Moms sono diventate un target molto ambito con cui entrare in contatto, sia per la loro potenzialità di spesa, sia per la forza del loro passa-parola: un’interessante articolo di USA Today racconta di come Nintendo, General Motors, Kimberly-Clark, Unilever, P&G e Sprint si stiano inventando prodotti, campagne, sponsorizzazioni, panel di prova prodotti per attirare la loro attenzione.

E in Italia?  Le Alpha Mom esistono, eccome. Le nuove generazioni di mamme crescono sempre di più connesse e consapevoli delle potenzialità della tecnologia. Ma anche molte mamme più mature (che hanno spostato in là la data della loro prima gravidanza, e che oggi sono mamme per la prima volta, oppure mamme al loro secondo figlio), anche se non native digitali, dal mondo del lavoro sono state abituate ad utilizzare tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione.
E nel diventar mamme, non si dimenticano di come si usa un BlackBerry , di come si possono cercare informazioni sul web, di come si gestisce un blog. L’essere mamme aggiunge solo due fattori in più: manca il TEMPO, che la tecnologia può far risparmiare, e si ha bisogno di più INFORMAZIONI, che la tecnologia più aiutare a raccogliere.

Per quanto riguarda invece il mondo delle aziende, in Italia si moltiplicano portali, convegni e premi sul rapporto fra le donne e le nuove tecnologie, ma non sembra che il segmento delle Alpha Moms riscuota particolare attenzione nei piani di marketing delle aziende, nè in termini di comunicazione, nei come sviluppo di prodotti e servizi ad hoc.

Curiosità sull’origine del nome
Il termine Alpha Moms fu coniato nel 2004, da una grafic designer, mamma, che lo scelse come titolo di un canale televisivo on-demand dedicato alle mamme.
La categoria divenne famosa poi nel 2005, quando uno speciale del New York Magazine associò definitivamente al termine Alpha Moms il significato oggi diffuso di mamma moderna, confidente con le nuove tecnologie, multitasking e sempre aggiornata.

Nella letteratura di marketing, l’aggettivo Alpha non è stato abbinato solo alle mamme trend setter. Nel libro The Buzz: harness the power of influence and create demand, uscito nel 2003, viene introdotta  la categoria degli Alpha per identificare individui autorevoli in genere caratterizzati da comportamenti orientati al rischio. Il libro inizia con il racconto del lancio del gioco Pox di Hasbro, avvenuto nel 2001 coinvolgendo 1600 Alpha Pups di 900 scuole elementari di Chicago…..